lunedì 27 maggio 2019

PROGETTO ALBANUS: DENTRO L'ANTICO EMISSARIO


Nel 2013 i gruppi speleologici A.S.S.O.EGERIA CENTRO RICERCHE SOTTERRANEE e ROMASOTTERRANEA hanno deciso di affrontare in modo sistematico e con tecniche avanzate l’esplorazione dell’antico emissario del lago Albano, per valutarne anche il ripristino funzionale. 

Nel 2014 ha preso l'avvio ufficiale il PROGETTO ALBANUS, piano di studi tecnico scientifici promosso e coordinato dalla Federazione Speleologica "Hypogea - Ricerca e Valorizzazione Cavità Artificiali".

OBIETTIVI: esplorazione, documentazione, acquisizione della topografia attuale, analisi delle tecniche di scavo e realizzazione, analisi batteriologiche e geochimiche delle acque e dei limi, ripristino della percorribilità interna, ripristino dell’alimentazione dei vasconi in Loc. Le Mole di Castel Gandolfo.

LA SITUAZIONE ATTUALE 

Per lo sviluppo del progetto Hypogea ha già sostenuto, direttamente e attraverso i propri gruppi e tecnici, un costo di circa 45.000 euro. Per il completamento ha elaborato diverse ipotesi progettuali, purtroppo ferme di fronte alla totale assenza di sostegno economico diretto o indiretto. Nel costo degli interventi necessari, stimati in 35.000 euro, sono compresi oneri per aziende e professionisti che non ci è più possibile sostenere autonomamente. Hypogea, Parco Regionale dei Castelli Romani e Comune di Castel Gandolfo invitano investitori pubblici e privati, aziende e professionisti, a concorrere concretamente al completamento del Progetto Albanus per restituire alle comunità scientifica e alla collettività questa importante opera dell'antichità. Per ragioni di trasparenza, Hypogea chiede che le risorse siano assegnate direttamente ai Partner Istituzionali per la specifica finalità.

Attualmente è in fase di produzione un documentario per la regia di Massimo D'Alessandro che racconterà le emozionanti fasi dell'esplorazione e la affascinante storia dell'emissario dall'antichità ai giorni nostri.




Dopo tre anni di impegno e risultati molto incoraggianti, oggi il Progetto Albanus ha raggiunto un importante "punto di svolta".
Sul fronte del lago il condotto è ostruito da un muro di fango di circa 400 metri: si tratta del limo deposto dall’acqua nel corso dei circa 2.400 anni di funzionamento dell'emissario. Per rendere percorribile il canale sotterraneo è indispensabile rimuovere questo impedimento. Inoltre, per evitare l’accesso indiscriminato all’incile è necessario sostituire la grata sotto la strada, divelta, che è stata provvisoriamente richiusa con rete da cantiere.
In Località Le Mole dei due pozzi scavati per la realizzazione della struttura uno necessita di opportuna copertura per evitare che la terra dei campi limitrofi continui a cadere all'interno provocando occlusioni che impediscono il regolare deflusso delle acque, mentre l'altro è in buono stato di mantenimento ma ha ancora all’interno una pompa idraulica degli anni ’50 che deve essere rimossa.



SINTESI CRONOLOGICA DELLE FASI ESPLORATIVE E DI STUDIO 

Prima fase: Analisi chimica e batteriologica delle acque interne risultate “balneabili”. Immersioni speleo-subacquee nella zona dell’incile. I tre tentativi di superare il tratto in cui la volta del condotto si abbassa fino a sfiorare l’acqua, a circa 36 metri dall’ingresso hanno mostrato che i 130 cm di liquido sono composti da 110 cm di limo e 20 cm di acqua flottante. Nell’impossibilità di proseguire l’esplorazione in sicurezza i tentativi sono stati sospesi. In località Le Mole di Castel Gandolfo è stato possibile accedere al canale sotterraneo da un passaggio di modeste dimensioni nel muro di tamponatura. Il primo tratto del condotto si presentava colmo di rifiuti, in gran parte vetro e materiali di risulta di recenti lavori stradali e le piccole dimensioni dell’ingresso creavano difficoltà al transito delle attrezzature necessarie. È stata effettuata una sommaria ripulitura per consentire il passaggio in sicurezza delle squadre di esplorazione che si sono però fermate dopo circa 70 metri, in corrispondenza del primo pozzo, dove un accumulo di terra e materiali provenienti dai campi sovrastanti (reti di plastica, scarti edilizi, rifiuti, radici) precludevano la progressione. 

Seconda fase: L'emissario risultava percorribile per soli 36 metri sul lato incile e per soli 70 metri dal lato Le Mole, a fronte dei 1.450 totali che attendevano di essere esplorati e documentati. La zona di intervento si è spostata sul pianoro sovrastante il primo pozzo dove, con interventi mirati, è stata rimossa buona parte dell’ostruzione interna ripristinando l’originaria percorrenza dell’acqua dal lago verso le Mole. Ciò ha permesso il parziale drenaggio del condotto e l'abbassamento del livello dell'acqua interna di circa 90 cm, rendendo così possibile il passaggio delle squadre. L'operazione ha avuto l’effetto di svuotare l’acqua dall’incile, ma non dal fango, che tutt'ora impedisce la progressione in questa porzione del condotto. Le squadre di tecnici e ricercatori sono riuscite a percorrere l'emissario per 1.020 metri. Le condizioni strutturali del canale sotterraneo appaiono perfette, ad eccezione di alcune zone che presentano anomali ampliamenti dovuti a crolli avvenuti in epoca imprecisabile, ma già individuate nel corso delle prime esplorazioni degli anni '50. L’acqua, limpidissima, in alcuni tratti supera i 2 metri ed ha una temperatura media di 15° per la presenza di costante percolazione. Le coltri calcitiche, che si presentano a 430 e 550 metri dall’incile, rendono la percorrenza della struttura altamente suggestiva ma occludono la sezione del manufatto e possono essere superate, allo stato attuale, solo con tecniche speleosubacquee.

Terza fase: Sono state eseguite le operazioni di documentazione, rilievo topografico di 1.020 metri del canale sotterraneo e rilievo architettonico di dettaglio dell’incile. È stata ripristinata l’alimentazione idrica dei vasconi in Loc. Le Mole. Allo stato attuale il "muro di fango" di circa 400 metri, che separa il punto di massimo avanzamento dei ricercatori dall'incile, è l'ostacolo più complesso da superare per la cui rimozione HYPOGEA ha formulato diverse ipotesi progettuali. 




ELENCO PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE:
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IL PROGETTO ALBANUS IN CIFRE:
  • 20 Speleologi e 5 Speleosubacquei impiegati per complessive 600 giornate lavoro.
  • Temperatura dell'acqua all'interno 15°.
  • Rilievo topografico, eseguito quasi interamente in acqua, di 1.020 metri lineari di condotto.
  • Rilievo architettonico di dettaglio dell’incile e della camera di filtraggio (paratoie in pietra) e restituzione grafica.
  • Analisi chimiche, batteriologiche e geochimiche delle acque interne, chimiche e batteriologiche dei limi.
  • Presentazione dei risultati a Convegni nazionali e Congressi internazionali e condivisione del progetto con studiosi di 14 Paesi: Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Inghilterra, Italia, Israele, Russia, Svizzera, Stati Uniti e Turchia.
  • Acquisizione di oltre 2000 immagini e diverse ore di riprese video.
  • Pubblicazione su riviste tematiche: Archeo, Archeologia Viva, Opera Ipogea.
  • Segnalazione della struttura al “Progetto Bellezza" - bellezza@governo.it.
  • Segnalazione della struttura al FAI – Fondo Ambiente Italiano affinché la struttura venga inclusa fra i “Luoghi del cuore”.
  • Documentario "Colli Albani" su ARTE, canale franco-tedesco dedicato al mondo dell'arte e della cultura.
  • "Voyager" (RAI2) sull'intera operazione e TG2 per la pulizia straordinaria dell'Incile nell'ambito della manifestazione "Puliamo il Buio" della Società Speleologica Italiana.
  • Realizzazione sito web www.emissarialbani.wordpress.com.
  • Stima costo interventi già sostenuti da Hypogea: € 45.000
  • Contributi economici ricevuti a sostegno del progetto: nessuno
Interventi necessari per il completamento del progetto:
- Rimozione limi nel tratto dell'incile
- Realizzazione copertura su pozzo “1”
- Rimozione pompa idraulica dal pozzo “2”
- Volontà delle istituzioni nel sostenere e rendere amministrativamente possibili gli interventi legati alla conclusione dello studio.

Costo stimato per il completamento della percorribilità del condotto: € 35.000

PARTNER ISTITUZIONALI: il progetto è condotto in convenzione con il PARCO REGIONALE DEICASTELLI ROMANI e con il COMUNE DI CASTEL GANDOLFO ed è dedicato alla memoria del Prof. Vittorio Castellani, insigne accademico e speleologo (1937-2006).

COLLABORAZIONI E RINGRAZIAMENTI:
International Union of Speleology – Artificial Cavities Commission Società Speleologica Italiana – Commissione Nazionale Cavità Artificiali Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana Dott.ssa Marianna Cangemi (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo) Prof. Walter Dragoni (Idrogeologia Dip.to Scienze della Terra Università di Perugia) Dott. Paolo Madonia(Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo) Francesco Marsala – Drone Solutions Dott. Franco Medici (Dipartimento Ingegneria Chimica "La Sapienza" Università di Roma) & Parco Regionale dei Castelli Romani e Comune di Castel Gandolfo per il costante supporto. 


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